Preferenze o non Preferenze, questo è il dilemma

Una cosa riguardo le Preferenze, io personalmente le considero la massima espressione democratica in grado di avvicinare maggiormente il candidato all’elettore, ed in periodo di antipolitica male non fa, oltre a permettere al candidato di mostrare i muscoli sia al partito che all’elettorato.
Poi per carità, ci credo che da molti candidati venivano/vengono usate come voto clientelare, ma è un effetto delle preferenze, non la causa.
Ciò detto, riguardo alcune delle mie brevi esperienze nei seggi elettorali, il sistema della preferenza veniva usato da una piccola parte dell’elettorato, la stragrande maggioranza si limitava a votare o il partito o il candidato principale (Sindaco o Presidente di Regione).
Si potrebbe fare una cosa, toglierle dalle elezioni istituzionali ed obbligare i partiti a farle loro per decidere dei candidati da mettere in lista, come fece il PD alle ultime elezioni.
Comprendo che dal punto di vista organizzativo ed economico può risultare dispendioso, e per andare incontro a queste spese che fu pensato il rimborso elettorale, ma fu abolito invece che regolamentato (grande vittoria dell’antipolitica), una valida alternativa sarebbe pensare ad iniziative di raccolte fondi aperte ai privati, immagino lo sdegno dei “difensori del popolo dai Kapitali$ti brutti e cattivi” ma non ci sono altri modi per ottenere le risorse per fare politica.
Per concludere condivido la bozza dell’ultimo accordo tra i principali partiti sulla Legge Elettorale, da notare l’ottima scomparsa dei capilista bloccati e delle pluri-candidature, è sul voto disgiunto che sono indeciso, io lo sempre visto come portatore di grande casino e burocrazia all’interno dei seggi elettorali, d’altronde è anch’egli uno strumento per dare maggiore voce agli elettori che possono scegliere candidati anche di partiti diversi.
Sul cambio di casacca di molti parlamentari c’è poco da fare, se uno ritiene di sentirsi più a suo agio all’interno di un partito diverso da quello che lo ha fatto eleggere ha diritto ad andarsene, è anche vero che il partito ha contribuito con tempo e risorse umane e non per portarlo a quella carica e un suo trasloco non fa piacere, ma pretendere le sue dimissioni mi pare esagerato, piuttosto bisogna vedere se questo cambio di giacca lo porterà a concludere qualcosa di concreto in Parlamento per potergli permettere di tornarci alla prossima tornata elettorale.
Si potrebbe pensare all’idea di un vincolo di mandato almeno per il rispetto del programma elettorale e per la durata della legislatura, ma a mio parere sarebbe più utile formare concretamente e realmente i nuovi arrivati, e soprattutto adattare un minimo di verifica prima di mandare qualcuno a scrivere le leggi che ci amministreranno tutti.
È dopo aver discusso pragmaticamente, possiamo salutarci e vi lascio con la locandina della campagna dell’allora PDS contro le preferenze, con responsabile comunicazione di allora Gianni Cuperlo.
Augurandomi che il Partito Democratico ed il mio Segretario non cedano sulla difesa del maggioritario, dei collegi e delle preferenze, vi saluto dandovi la buona giornata 👍👍👍👌👌👌👊👊👊💪💪💪

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